La ricarica Postepay

Assopito dopo il pranzo, oggi intorno alle tre mi sono recato come da accordi con il mio sincero e simpatico gruppo di letterati alle poste del Tiburtino, via Palmiro Togliatti, le poste italiane. Con quattrocentodieci euro nella zip dello smanicato.
Dopo i portici di via Edoardo D’Onofrio c’è da attraversare lo stradone col controviale che ne fa da parcheggio. Proprio lì, ho aiutato una vecchina ad attraversare la strada. Mentre ero a braccetto con la povera anziana, mi sono trovato costretto a chiamare la polizia perché, proprio nel parcheggio, un drogato cercava di rubare una macchina. Non era la mia Y10, tuttavia ho avvertito le forze dell’ordine con una telefonata:
- 118 dica.
- Ah, no, scusi ho sbagliato.
Attacco. Richiamo.
- Polizia di stato, dica.
- Ah no, scusi, preferisco i colleghi carabinieri, mio nonno lo era, ho preferenze per questo, non per maleducazione.
- Nessun problema gentile signore, chiami i fratelli carabinieri, anzi, lo sa che faccio?, passo io la chiamata
- Grazie
- Non c’è nulla di cui ringraziare, dovere etico!
- Carabinieri, mi dica.
- Salve, scusi il disturbo, volevo segnalare il tentato furto di un’auto in via Palmiro Togliatti, nel parcheggio del controviale.
- Nel controviale o nel parcheggio?
- In entrambi, insomma, qui.
- Qui dove?
- In via Palmiro Togliatti.
- Comunista!
E ha messo giù.
Ho preso il coraggio a due mani e mi sono avvicinato al derubante lasciando momentaneamente la vecchia signora nel mezzo del parcheggio.
Ho srotolato dal rotolo di soldi una sola banconota da cinquanta euro e ho richiamato l’attenzione del giovane dissennato lasciandomi scivolare dalla tasca la banconota da euro cinquanta fingendo di perderla. Il drogantesi non smetterà di ringraziarmi, o forse si prenderà gioco di me, tuttavia, io ho pensato, ne comprerò qualche copia in meno dei nostri libri, però un uomo ha evitato la galera e un altro ha ancora la sua auto. Tutto con soli cinquanta euro. È conveniente la solidarietà.
Ho proseguito il mio percorso verso le poste del Tiburtino salutando gioiosamente persone a destra e anche a sinistra, e perfino al centro. Salutavo cordialmente proprio tutti.
Sono arrivato sino agli sportelli delle poste italiane e, prima di entrare, ho sentito le urla di due uomini che stavano per prendersi seriamente a botte lì fuori.
- Hai rubato tu le mie 70 euro.
- Ma cosa dici, anche io ho perso 70 euro proprio su quella sedia.
- Ah, si!?, ma allora chi è che ci ha derubati entrambi?
- Forse è stato lo sportellista …
- Si è vero, ho notato anche io che è un tipo losco.
- Si, losco, andiamolo a prenderlo.
E allora mi sono avvicinato ai signori chiedendo spiegazioni di quell’assurdo intrigo. Loro, ormai calmi, ricostruendo la storia, si sono accorti di aver preso assolutamente un abbaglio scaricando la colpa con lo sportellista delle poste italiane. I due quieti signori si sono accorti di aver semplicemente perso quel denaro inavvertitamente poco prima.
Hanno iniziato a piangere elencando tutte le sventure che si sarebbero abbattute sulle loro famiglie da quel momento in poi senza quelle settanta euro.
A quel punto io, ricordandomi di avere ancora trecentosessanta euro nella zip dello smanicato, ho pensato che, infondo, privarmene di altre centoquaranta non sarebbe stato poi un problema. Ne avrei comunque continuato a disporre di ben duecentoventi per comprare tante copie del nostro bel libro. Infondo i miei cari compagn.. scusate, amici del circoletto letterario sono tutte persone buone, comprenderanno.
- Signori cari, vi prego, placate il vostro pianto e la vostra sofferenza, non posso vedervi così.
- Come faremo come faremo…, continuavano a ripetere loro.
- Signori cari, ho qui parecchio denaro in più, potrei privarmene un po’ per voi. Voglio che le vostre famiglie non soffrano.
Increduli, quei signori mi hanno ringraziato per minuti interi e poi, stranamente, li ho visti correre via insieme nella stessa direzione ridendo. Mah!
In ogni caso, ho occupato uno spazio su uno dei quei tavolini tondi degli uffici postali delle poste italiane, e mi sono accorto di non avere la penna per compilare il modulo di ricarica postepay. A quel punto ho visto da lontano il punto vendita delle poste italiane, in cui spuntavano anche pacchi di penne.
- Scusi signore, dovrei acquistare una penna, devo compilare un modulo.
- Mi spiace signore, ne vendiamo solo in confezioni da 200.
- Ah si? E quanto costano?
- 100 euro.
C’ho riflettuto e ho pensato che non avevo altro da fare, dovevo comprare quelle penne per caricare la mia cavolo di postepay; dovevo comprare quei libri. E avevo con me ancora ben duecentoventi euro.
- Le compro.
- Cento euro
- Prego
- Grazie
- Di nulla
- Se ne vada!
Quel “se ne vada” mi è risultato un po’ strano, ma poi ho pensato che io so essere un tantino permaloso a volte. Sciocco.
Sono tornato al mio tavolino tondo degli uffici postali delle poste italiane e ho iniziato a compilare il modulo con una delle mie duecento penne.
Proprio in quel momento mi sono dovuto fermare perché l’ufficio si è svuotato in un baleno. Anche gli operatori dietro gli sportelli sono scappati via subito. Ma io non capivo perché.
Voltandomi ho visto due uomini con i passamontagna in testa e ho pensato che faceva ancora molto freddo. Ma poi mi sono accorto che avevano delle pistole in mano. E ho capito il motivo per cui erano tutti scappati.
- Hey tu!
- Dite a me? (sorridendo)
- Si tu, stupido idiota…
- Bè, talvolta forse si.
- Quanto hai in tasca, pezzo di ignorante.
- Ah, parlate dei miei soldi…
- Si e di cosa se no?!
- Allora, dovrei averne ancora centoventi, di euro
- E che cazzo ci devi fare, stronzo!?
- Dovrei…
- No no no.. li devi dare a noi.
- Ma perché scusate? Avete famiglie povere?
- No, però abbiamo le pistole cariche, ahahah
- Oddio, ho capito, voi siete i rapinatori delle poste italiane!?
- No, noi stiamo rapinando solo te!
Con violenza mi hanno tirato via dalle mani quelle centoventi euro e mi hanno intimato di andarmene via subito.
Io mi sono allontanato subito in direzione del mio ufficio, ho rifatto il vialone e il parcheggio della Palmiro Togliatti ritrovando la vecchia lì dove l’avevo lasciata e, mandandola a fanculo ho pensato che, qualche spicciolo dalla sua borsa poteva farmi comodo.
E allora le ho strappato la borsa, ho rovistato all’interno, ma era mezza vuota e, nel momento in cui stavo per rimandarla a fanculo, un carabiniere da me chiamato prima per la storia del furto dell’auto mi ha visto, fermato e arrestato.

G_

1 commento:

Anonimo ha detto...

W LA SOLIDARIETA'!!!
:-)
Cri