Lettere di amici [008] - A tutti coloro che - di Daniele Natale

A tutti coloro che
riducono il valore d’ogni scelta ad un calcolo necessario
vedono nella coerenza il riflesso dell’altrui fragilità
valutano un sentimento negato un’acerba vanità
s’illudono del possesso di una matura disillusione
riflettono narcisi le proprie ombre nell’altrui campo
annegano la poesia nell’inoppugnabile bisogno di pragmatismo
riempiono di vacua materia i vuoti dell’assenza di amore
si ammantano di oscuro affinché tutto in essi sia attratto e si perda
pagano l’altrui attenzione col pesante conio della congeniata cattiveria
credono nell’auto-conservazione come all’elettiva umana relazione
barricati nella profondità di un ineffabile dolore
ignorano ogni sforzo d’amore
Per quanto mi impegni i conti non tornano….
le convinzioni si sgretolano sotto la pressione delle fragilità sottaciute
le invidie fanno scempio delle loro stesse carni
maturità e saggezza si trasformano in aggressione
i sogni diventano incubi

l’ insaziabile implode
svuotandosi di tutto ma non dell’insoddisfazione!
DaniNatDani

1 commento:

Anonimo ha detto...

Note alla regia
Il Signor G non smetterà mai di insegnarci che "libertà non è stare sopra un albero" ma libertà è incontrare il nostro prossimo, condividere le nostre paure, le nostre debolezze, "partecipare" alla vita sociale, culturale e politica del nostro paese. Un paese che troppo spesso ci ha fatto vergognare di essere uomini liberi, che ci ha insegnato ad avere paura della nostra libertà, che ci ha "gentilmente" invitato a chiuderci in casa, a passare intere giornate davanti ad un "rettangolo magico". A noi semplicemente il compito di trovare un filo conduttore che guidi lo spettatore in un viaggio attraverso un'insieme di musica e tante parole, per riscoprire i messaggi, i tanti avvertimenti, e le tante sconfitte che Gaber, vivendo le tappe più buie e strane della storia (dalla sconfitta dell'ideale politico alla rivoluzione sessuale, dalla corruzione delle istituzioni alla riconcettualizzazione della famiglia), ci ha lasciato in eredità. Un viaggio all'interno di un animo che non ha più avuto la forza di volare "perché il sogno si è rattrappito". A noi il compito di riscattare questa sconfitta e forse, chissà, di tornare a perdere.
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le Vignacce, menzogne