[Copiaincolla dal Blog Catastrofe Verticale] - 110 - Donne


Le donne, della cui dipendenza molti uomini vanno fieri, sono propriamente il Male, in quanto ci costringono, con le loro sudice armi, a concentrare le nostre risorse e i nostri sforzi sulla vacuità dei sentimenti e sulle debolezze a cui questi ci costringono.Non saranno mai abbastanza maledette, le donne, corresponsabili della sconcia perpetuazione della specie, e generatrici del dolore attraverso il desiderio.Chi canta la femmina cerca e vuole il male, cerca e vuole le torture del sentimento, i dolori della gelosia e del possesso, le assurdità del volere e volersi, le frustrazioni del coito.Ce ne accorgiamo, dopo l'orgasmo, quando scema ogni lirismo: finita la scarica, cosa può valere quel pezzo di carne nel letto? Abbiamo avuto ciò che cercavamo.Cosa possono valere le carezze, quando abbiamo superato la soglia del piacere, quando vorremmo solo stare da soli, o morire? Cosa possono valere le parole, sempre e sommamente stupide?Poi tutto ricomincia e noi torniamo gioiosi dai nostri carnefici, non perché valgano nulla per se stessi, ma perché cerchiamo ancora una volta la voluttà, l'umido.E il ciclo pietoso riprende: bisogno di scaricare, odio di se stessi, odio per quell'accidente della vita che ospitiamo nel letto.Tutto riprende, anche la nostra ipocrisia, senza la quale non potremmo mettere insieme il serraglio, senza la quale non riusciremmo ad entrare nelle grazie di questa o quella femmina, senza la quale non avremmo modo di esplorare bocche, ani e vagine.Riprende la faticosa messinscena, alternanza di bava e menzogne, erezioni e conversazioni. E confidiamo che lei non sappia, non si renda conto, e pensi di noi chissà quale falsità, o ci adori per qualità che non esistono se non come maschera, come traduzione dell'urlo dei nostri ormoni. I genitali si cercano e le anime credono di trovarsi, ironizzava Safranski.E allora capita questo, dopo aver scaricato, che avremmo voglia di prendere a schiaffi la nostra compagnia di letto, diventata all'improvviso un mostro dopo aver vestito i panni della dea; dopo essersi svuotati, svanisce ogni poesia.Solo il calcolo ci impedisce di essere onesti, e di sputare sull'oggetto della nostra libido; solo l'idea di poter sfruttare ancora una volta quel corpo ciesime dall'oltraggiare senza pietà questi ricettacoli di sperma e speranze, questi intercambiabili passatempi.E Dio solo sa quanto la semplice masturbazione, per lo meno negli effetti, possa agevolmente sostituire l'avvenenza già marcia delle forme e della carne.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

che pena..e lo posti pure?
pensi che sia da applauso?

Io credo che si, questo genere di uomo farebbe meglio a toccarsi piuttosto che dimenticare che neanche sa usarlo quel piccolo pene da quattro soldi.

Meno male che la donna sa scegliere.L'errore può farlo al max una volta.Alla seconda si fa una gran risata!

C.

Anonimo ha detto...

vabbe', nessuno si e' reso conto che un esercizio di stile alla de Sade? in questo e' praticamente perfetto.

Anonimo ha detto...

In realtà è un modo imperfetto di dire l'ovvio.

Anonimo ha detto...

a me sembrava un modo perfetto di dire una cazzata, che e' un livello ontologicamente superiore. ma che v'avranno mai fatto le femmine.....

Anonimo ha detto...

Va bene, come preferisci.