Briganti


Da piccolo volevo fare il carabiniere, anzi no, il poliziotto, ma non quello con la divisa uguale a tutti gli altri, non mi è mai piaciuto travestirmi a Carnevale, quello in borghese volevo essere.
Ovviamente non sono mai stato reclutato, e per fortuna direi, perché a diciassette anni tentavo i concorsi in eserciti ed accademie varie solo perché sono del sud. Tutti al sud a diciassette anni tentano di entrare nelle armi, stipendio sicuro da subito che ti consente di prendere un mutuo per la casa e uno più piccolino per la macchina e poi uno piccolissimo per gli studi al figlio e poi l’assicurazione sulla vita di tua moglie, che odi, e poi odierai anche tuo figlio perché non ti lasciano tranquillo d’invecchiare e ingrassare davanti alla TV acquistata con un finanziamento a Mediaworld proprio grazie allo stipendio proveniente dagli eserciti che servi sin da giovane… Giovane?.. vabbè, insomma, lo stipendio fisso serve più alle banche che ai militari.
Oggi non faccio nulla di tutto questo. Non conosco il nome preciso del mio lavoro. Oggi è tutto diverso, sembra che non esistano più i lavori di un tempo. Tutti i sogni di quando ero piccolo sono irrealizzabili, ma non per una romantica interpretazione della sofferenza, ma perché non ci sono proprio più i lavori che immaginavo oppure perché non si possono fare. Sì, il carabiniere in realtà si potrebbe sempre fare, ma non in quel senso che intendevo io, non quello senza divisa. Pare che oggi accadano molto di frequente cose incontrollabili.
Oggi grazie al mio lavoro innominabile mi pago una stanza a Roma, sulla tangenziale est. In realtà dovrei dire, sulla tangenziale est e sulla ferrovia, ma evito di ricordarlo a me stesso. Vivo lì perché costa poco, anzi no, perché non costa una follia inaccettabile. I prezzi delle case oggi a Roma sono pornografici.
Gli uomini del potere, quelli che si mettono le bombe da soli, credono di poter prendere in giro tutte le persone. Ma in realtà la gente è troppo buona e si comporta con loro come con i bambini che vogliono vincere per forza. Quando gente come Fassino, Rutelli, Casini (quelli di destra non li nomino perché ho paura, ché sono una banda pericolosa) parlano in pubblico e il pubblico applaude secondo me è come quando la famiglia va a vedere il saggio del figlio e, anche se è tutto estremamente penoso, bisogna battere le mani per forza. L’uomo è un cristiano, e per questa sua bontà ancestrale non ammazza gli uomini del potere. Sarebbe facilissimo. La gente buona lascia che i bambini stupidi del potere si divertano con la loro stessa idea di presunta superiorità solo perché ci vuole più energia per vomitare che non per ingoiare.
E poi mi incazzo. Mi incazzo perché non c’è chiarezza, non c’è sincerità sociale. Abbiamo deciso di vivere insieme, in società e invece ci odiamo, in realtà vogliamo il re o, meglio, vogliamo essere il re. Diciamo di voler risolvere problemi e invece una strana inerzia perpetua ci pervade e ci blocca, ci blocca i muscoli, le ossa, ci rende immobili.
Me la prendo spesso con i “socialisti”, ma è vero, mica è solo colpa loro. Ci sono i democristiani, i repubblicani, i comunisti, i liberali, i neofascisti, e tutti i mafiosi, anzi, tutti mafiosi.
Tutti negano, eppure tutti lo sono.
E in realtà ciò che m’interessa davvero sarebbe una giovane donna che accarezza i tratti giusti del mio volto prima di baciarmi e dormirmi accanto. Voglio essere coccolato e accudito, compreso e ascoltato. Voglio ascoltarla, desiderarla, averla.
E poi però mi piacerebbe anche vivere entro un confine chiamato Regno delle due Sicilie, che non so perché, ma mi dà l’idea di splendore. Di antico splendore. Il Regno delle due Sicilie che abbia per confini lo Stato della Chiesa, che si fa gli stracazzi suoi, con la sua vomitosa puzza di dio!, e poi una serie sterminata e innumerevole di staterelli più piccoli del Lussemburgo ad abitare le paludi del Nord Italia. Quanto mercato per noi del sud, quanti passaggi, le banche, le terre, la lingua, la cultura, l’identità. Saremmo un paese ricco. Ricco e libero.
Libero dagli emiliani come Fassino e Prodi che ci pregano di pagar loro stipendi inenarrabili e mantenerli in nome di rivoluzioni che non conoscono neanche. Liberi dai milanesi come Bertinotti e Berlusconi che sono amici e fingono la guerra. Liberi dalla mafia, che non sarebbe mai nata se non ci fossero stati i Savoia invasori, perché con lo straniero ce la cavavamo anche da soli, è nelle testimonianze popolari, il nemico era il piemontese, non l’austriaco…

[…]
Vistu u lupu s'è misu paura
nun sape bbuono qual è a verità
lu veru lupu è chi magna e creature

è 'o piemontese c'avimm caccià

Fimmine belle rapiti lu core
Si nu brigante vuliti sarvà
Nun ci circati scurdatevi u nome
Chi ci fa guerra nun tena pietà

State a sentiri sta vecchia canzune
Ca è viva e sincera e bugie un vi dà
E mo sentiti stu gridu cu raggia
C'avimmu intru 'u core e ni porta cchiù 'i llà

E mo sentiti stu gridu cu raggia
C'avimmu intru 'u core e ni spinge cchiù 'i llà
Uomo se nasce e brigante se mora
Ma finu all'ultimu avimm'è lutta
E si murimu jettate nu fiore
E na bestemmia 'ppe sta libertà


[…]
Chi ha visto il lupo ha avuto paura
non sa bene qual è la verità
il vero lupo che mangia i bambini
è il piemontese che dobbiamo cacciare

Belle donne aprite il vostro cuore
se un Brigante volete salvare
non cercateci e scordatevi il nome
chi ci fa guerra non ha pietà

Ascoltate questa vecchia canzone
che è viva e sincera e bugie non dirà
ed ora ascoltate questo grido di rabbia
che abbiamo nel cuore e ci porta più in là
ed ora ascoltate questo grido di rabbia
che abbiamo nel cuore e ci spinge più in là

Uomini si nasce e Briganti si muore
ma fino alla fine dobbiamo lottare
e se moriremo lanciate un fiore
ed una bestemmia per questa libertà.


G_

1 commento:

Anonimo ha detto...

dimmi che l'ultima è una canzone e che tu sarai così gentile da passarmela!
baciottolo
Vissino
ps
io aspetto ancora eh!ahahah