I Misteri - parte prima


Il venerdì santo, santo per cosa poi, dalle mie parti facciamo una lunga, noiosa, estenuante, controversa, ipocrita, sconosciuta, estranea, folcloristica, travolgente, toccante, struggente, imbarazzante, pagana, rivoltosa, scura, cupa e grigia e bigia, cadenzata, addormentata, sovrastata, sovrastante, mal sopportata, mal compresa, osservata, stralunata, incomprensibile, antica, ancestrale, diluita, rispettosa, regolata, crocifissa, maestosa, lungimirante, lamentosa, sovrana, coatta, coraggiosa, imperterrita, imperturbabile, processione con le statue rappresentanti la passione di Gesù il Cristo, re di Nazareth. Si dicono "I Misteri". Parte da chissadove e termina chissaquando. La conducono i parrocchiani della chiesa Madre insieme con i santissimi fedeli, limbo vitale della nostra Santa Chiesa. Se non ci fossero i fedeli, non ci sarebbe Chiesa. Se non ci fosse Stato non ci sarebbe lo Stato. Eppure che i fedeli, unità e allo stesso tempo moltitudine di esseri indispensabili all’esistenza della Chiesa, sono poverissimi, mentre Papa, cardinali e vescovi e arcivescovi (arciderbolina) sono straricchi pur non possedendo nulla. Posseggono solo la carità che applicano attraverso la questua degli sgherri manzoniani (i preti), che se la cavano, tuttavia non sguazzano nell’oro. Insomma, un po’ come lo Stato italiano. I governanti stanno bene e ottengono il rispetto attraverso le guardie, il popolo è in bilico tra la povertà e la rassegnazione spirituale, benché unica realtà indispensabile all’esistenza stessa della comunità. Siamo comparsari.
In somma, questa processione, che non si sa da dove parta e non si sa dove finisca, è in ogni caso suggestiva. La ricordo sin da quando ero piccolissimo. Non ne conservo in realtà un bellissimo ricordo, mi faceva piuttosto paura. Avevo paura di parecchie cose. Quasi di tutto. Anche se l’aspettavo con impazienza tanto che, quando mi disponevo al lato del violone del paese insieme alla moltitudine di concittadini, restavo in attesa un po’ sporto rispetto alla folla e attento ad avvertire il rumore di quelli che comunemente chiamiamo “tric trac” cioè una specie di marachella africana che fa un gran casino.
Ricordo che ciò che mi entusiasmava di più erano i primi oggetti che vedevo passare e dicevo sempre che un giorno da grande sarei stato io a portarli. Questi primi oggetti erano una croce non troppo grande in legno a cui erano appesi diversi arnesi quali un martello dei chiodi e altre diavolerie macabre da museo delle torture. Mio padre o mia madre o entrambi mi spiegarono che quelli rappresentavano gli arnesi con i quali Gesù Cristo Re di Nazareth era stato torturato.. c’era anche una frusta mi sa. O no? E la spugna con la quale era stato abbeverato durante l’agonia. Mi piacevano quegli arnesi per diversi motivi. Il primo è che ho sempre avuto una particolare passione per la storia e suoi reperti archeologici. Anche durante le gite nei musei di solito ero sempre avanti avanti per ascoltare e vedere tutto per bene. Mi affascinavano. Ricordo anche che una volta andai veramente al museo delle torture, a Londra mi pare, e li mi beai dei modi che gli uomini avevano inventato per farsi del male, piano piano. Ma non bastava già l’illusione dell’amore? Vabbè comunque questi oggetti mi facevano impazzire anche per il gusto sadico della tortura inflitta ad un mio simile, anche se, quando mi ritornava alla mente che l’inflitto era stato Gesù Cristo il Nazareno, tutto mi s’intristiva e iniziavo anche ad avere paura. Era forse proprio questo l’effetto che gli arnesi del terrore dovevano muovere nei fedeli al lato della strada ad attendere la processione: una prima forma di terrore per ciò che avrebbero visto da li a poco.
La paura iniziava e proprio nel momento in cui passava la croce con gli arnesi della paura e della morte e del terrore ti sfilavano accanto scintillando nella ruggine nella loro immensa cattiveria e oscurità. Li immaginavo con il sangue del Messia incrostato.. In realtà quelli fermi al lato del violone durante la processione non erano solo fedeli, erano anche curiosi, paesani che si ritrovavano per caso in quella processione lugubre e attraente e ipnotizzante.
Ciò che aveva inizio da lì a poco era inenarrabile (e lo è tuttora, ma parliamo del passato).


[...]


G_

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