Esercizio etilico


Rimasero così, abbracciati come due innamorati.
Lei, la testa adagiata sulla spalla spigolosa di lui, tratteneva il respiro come si fa quando si ha paura di essere scoperti: da donna, non accettava di aver palesato il proprio amore e di aver ceduto alle morbide labbra di lui. Entrambi guardavano senza interesse il sole inghiottito dal mare, e lui si rammaricò della caducità delle azioni umane e capì che quel momento, intensamente bello, avrebbe riecheggiato con più intensa tristezza quando, dall’attimo dopo, sarebbe diventato un ricordo insieme a tutto il resto. La beatitudine di ciò che è assente.
E allora ripose un po’ di attenzione in quel tramonto e cercò di non fare nessun rumore nel timore di mettere in fuga quell’attimo.
Sorseggiavano vino e addentavano amore, il ché riportò alla mente dei due giovani innamorati le storie passate, rendendo tutto troppo scontato e mortale.
I due innamorati non sapevano nulla dell’amore così come non conoscevano il vero modo di osservare il mare che inghiottiva il sole nel calore l’uno dell’altro. Non conoscevano il mare, né il sole; non il cielo e né l’amore. Tutto era stupidamente concentrato nel sottile vestito di lei e nelle sue spalle scoperte, lisce. Non conoscevano il sapore della sabbia, né la grandezza dell’altura sulla quale si trovavano, non il vino che assaggiavano né il sangue che scorreva loro in corpo.
Lui sapeva che se avesse sofferto un po’, forse, avrebbe ricominciato a sentire veramente le emozioni e, se avesse smesso di provare quell’inutile sensazione di innamoramento, forse, sarebbe tornato a comporre e a credere ancora nell’arte, nelle note, nelle parole, nei colori, nei gesti, nelle azioni umane, così belle e così terribilmente complicate e sofferte. In quello stato di stravagante sensazione d’innamoramento, il suo cervello si inebetiva e il cuore pulsava solo per qualcosa di reale che aveva di fronte a sé, in carne ed ossa,… e ché carne... e quali ossa!
Con lei accanto la musica non era più musica, le note non più conosciute, le corde delle sue chitarre s’impolveravano e la tastiera della sua macchina da scrivere riprendeva l’originario colore nei punti in cui le sue dita cadevano più spesso.
Ogni cosa perdeva di valore mentre lei coniava splendore e la sua immagine, che rapiva tutti i sensi di lui, racchiudeva tutte le passioni e l’arte.
Era appagato. Falsamente appagato. Fisicamente appagato. Falsamente appagato.


G_

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